
Nel pomeriggio di sabato 14 giugno un corteo in solidarietà al popolo Palestinese ha attraversato il centro cittadino, chiedendo a gran voce che alle belle parole degli amministratori cittadini e regionali sulla sospensione degli accordi con l’entità sionista seguissero i fatti.
Siamo scesx in piazza per esprimere la nostra rabbia contro le brutali violenze compiute quotidianamente dall’entità coloniale terrorista israeliana – appoggiate e finanziate dalle nostre istituzioni – a cui il popolo palestinese risponde non abbassando mai la testa, difendendo legittimamente anche con le armi la propria terra e la propria libertà.
Abbiamo nuovamente denunciato la complicità tra il Governo Italiano e l’entità occupante israeliana su più livelli, condannando la responsabilità dell’Università e del Politecnico di Bari nel contribuire direttamente al genocidio, attraverso accordi con istituzioni e aziende israeliane, e con multinazionali che producono i più spaventosi armamenti utilizzati a Gaza e in Cisgiordania.
Fin dall’inizio del corteo, l’approccio delle forze dell’ordine è stato provocatorio e limitante, minando la libertà di manifestare tramite continui tentativi di infiltrazione e il palesarsi di scudi e manganelli della celere in un corteo abitato da persone di tutte le età.
Tra una provocazione poliziesca e l’altra, il corteo è arrivato su corso Vittorio Emanuele, sfilando sotto il comune e fermandosi davanti al McDonald’s, dove si è schierato un apparato di celere, come sempre sovradimensionato, a difesa di una delle multinazionali del food più letali del globo, che supporta attivamente l’esercito genocidario dell’entità sionista.
Il corteo ha deciso di sanzionare attraverso delle scritte alcuni luoghi direttamente complici del genocidio quali Intesa San Paolo e Mc Donald, per lasciare una traccia nelle strade della città che aiuti lx cittadin a riconoscere i complici dell’entità sionista.
Rivendichiamo il diritto di sanzionare le colpe di chi si crede padrone delle città e del mondo. Rivendichiamo il diritto a rispedire al mittente le ricostruzioni tendenziose che vogliono una divisione tra manifestantx violentx e non violentx.
La domanda sorge spontanea: se un po’ di vernice su un vetro è violenza passibile di minacce, arresti, denunce, come dovremmo allora chiamare l’insieme di complicità economica, collusione diplomatica e omertà giornalistica che si è dispiegato negli ultimi due anni a sostegno di un progetto coloniale pluridecennale?
La violenza indiscriminata è da sempre propria dello Stato nonché degli stati coloniali. Chi la usa sotto la sua divisa e bandiera ha garantita l’immunità, invece per tutti gli altri c’è punizione e moralismo della non violenza. Così, la verità denunciata sulla strada al nostro passaggio fa paura e va punita.
È evidente l’inasprimento della militarizzazione della società e dell’apparato repressivo attraverso il DL Sicurezza, ormai legge, anche in relazione alla questione palestinese.
Non cediamo alle provocazioni di una narrazione che ci dipinge come terroristx, come antagonistx perché il rifiuto della violenza dev’essere totale. La realtà non è così. Per loro c’è una violenza “giusta”, ossia quella che passa attraverso le imposizioni di un esercito armato che si propone come difensore di presunti princìpi di giustizia, al quale abbiamo smesso di credere da tempo. Non c’è pace finché non c’è giustizia. C’è sempre qualcosa o qualcunx di più importante da difendere, e sappiamo per certo che per loro non sono lx Palestinesi.
Una “nobile causa” che viene strumentalizzata per giustificare le lacrime di coccodrillo di un digossino che non ha trovato nulla di meglio da fare che diventare servo dei servi.
Il digossino in questione si è fatto refertare 10 giorni di prognosi per inalazione del fumo di un comune fumogeno, descritto dall’autorità come tossico. Tossicità che evidentemente non è stata preoccupazione del carabiniere D. quando ha deciso di rilanciarci contro un identico fumogeno, poggiato su una camionetta, in mezzo al corteo a pochi metri da un bambino e colpendo una persona.
Le stesse preoccupazioni non le hanno i celerini che, per ristabilire un ordine pubblico sempre più rassomigliante al silenzio assenso, lanciano con leggerezza lacrimogeni e manganellano lx manifestanti in tantissime piazze d’Italia
Eppure questa grave lesione non ha impedito al digossino di restare in servizio per tutta la durata del corteo, e rimettersi al servizio dell’entità sionista quando il corteo è arrivato all’altezza del consolato israeliano, dove si è schierato nuovamente insieme ad un muro di celerini.
Ancora una volta è evidente che l’apparato repressivo dello stato è sostenuto e giustificato non solo dalle forze dell’ordine ma anche dal personale medico-sanitario come già vediamo ogni giorno sulla pelle dei nostri fratelli rinchiusi nei Cpr, a cui spesso viene negato un trattamento sanitario idoneo, limitandosi alla somministrazione di ingenti dosi di psicofarmaci e sedativi.
Espriamo solidarietà a G., arrestatx ai sensi del nuovo DL sicurezza con accuse di lesioni ed aggressione a pubblico ufficiale.
Arrestatx in flagranza differita (grazie Minniti!), smentendo l’ipocrita narrazione delle forze dell’ordine secondo cui, mentre G. agiva come una cellula impazzita, tutto il corteo sarebbe stato “pacifico”.
Tutto ciò da un lato tenta di trasformare G. in un capro espiatorio, dimostrando una volontà di isolare e punire una singola persona per punirle tutte e distruggere un processo politico, e dall’altro delegittima le pratiche di resistenza e lotta che la violenza sistemica rende necessarie.
Processatx per direttissima ieri mattina, G. è statx rilasciatx e rinviatx a processo il 9 settembre.
Solidarietà, infine, allx compagnx indagatx ai sensi delle leggi antiterrorismo qualche mese fa a Bari, per alcune scritte di solidarietà con il popolo palestinese; se scrivere FREE GAZA è un atto criminale e sovversivo allora siamo tutt3 terrorist3 e lo rivendichiamo.
A chi ci ha cercat3, ci ha scritto, ci ha descritto, tentando con le nostre voci di costruire la solita dicotomia polarizzata tra buon3 e cattiv3, causa nobile e oltraggio, diciamo: in piazza c’eravamo tutt3, e l’unica paura l’ha destata la polizia!
Siamo e saremo sempre contro il fascismo che avanza, contro il colonialismo, per un mondo giusto, libero e solidale! Con la palestina, con i popoli oppressi.
Viva la Palestina Libera! Fuoco ad ogni gabbia!